Chi è il Caregiver familiare
I “ caregiver “ familiari, sono le persone che, per ragioni affettive, assistono un familiare o una persona amica, si prendono regolarmente cura di una persona malata, non autosufficiente o disabile.
La diffusa espressione anglosassone “caregiver” è entrata ormai stabilmente nell’uso comune; indica “colui che si prende cura” e si riferisce naturalmente a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile.
In Italia a seguito di una recente indagine, sono circa 7 milioni le persone che assistono almeno una persona cara. E’ un lavoro a tutti gli effetti, estremamente importante per la società. Ma i CG spesso sono lasciati soli, invece di essere protetti da leggi e servizi, come avviene in molti altri paesi europei. E’ grazie alla loro attività che è possibile sostenere l’intero sistema di welfare nazionale.
Tuttavia i CG familiari hanno bisogno di essere sostenuti nel loro ruolo, dal punto di vista del riconoscimento, della formazione, sostegno psicologico, supporto alla conciliazione, (re) ingresso nel mercato del lavoro.
E’ altrettanto vero che quasi sempre il familiare che diventa CG è privo di preparazione specifica pur dovendo supportare in termini relazionali ed assistenziali persone prevalentemente non autosufficienti e con patologie sempre più complesse.
Oltre all’ impegno diretto, il CG familiare è talvolta supportato da
un’assistente familiare (o badante) di cui diventa, direttamente o
indirettamente, datore di lavoro.
Il Caregiver attento
- Non dovrà permettere che la malattia del suo caro sia costantemente al centro della sua attenzione.
- Nonostante stia svolgendo un compito arduo e molto impegnativo ha diritto a trovare spazi e momenti di distrazione.
- Dovrà affrontare la malattia del proprio caro: documentandosi per quanto possibile sulla sua patologia, siamo tutti consapevoli del fatto che conoscere aiuta!
- Dovrà fornire una buona qualità assistenziale in coordinamento con gli operatori del sistema dei servizi territoriali.
- Dovrà essere edotto come relazionarsi con l’assistito, come unificare al meglio l’attività assistenziale primaria con l’assistente familiare ove fosse presente.
- Per questo dovrà accettare l’aiuto di altre persone, che possono svolgere specifici compiti in alternanza.
- dovrà controllare costantemente sulla comparsa di sintomi di depressione della persona assistita, contemporaneamente vigilare sulla propria “stanchezza” e livello di stress.
- Dovrà difendere i propri diritti e quelli del caro assistito; è un obbligo
morale preciso sia come persona che come cittadino.
"Anziani e non solo"
Se ti trovi nella condizione di assistere una persona cara, ricorda che i momenti di difficoltà sono sempre in agguato.
Il tuo impegno è spesso difficile e gravoso e non mancheranno di certo momenti di “stanchezza”.
ALICe Mantova consapevole dei pericoli che derivano da questa nobile pratica, che da tempo era alla ricerca di un Partner che fosse in grado di formare in modo corretto il CG è ora in collaborazione con la “Società di Cooperativa Sociale – Anziani e non Solo” che contribuirà alla nascita di un corso di formazione specifico.
A questi ed altri interrogativi mira a rispondere il corso propedeutico di “Anziani e non solo” per i nostri protetti, che si prendono cura del proprio familiare.